mercoledì 24 aprile 2013

Maxiprocesso 'ndrangheta a Milano, l'Appello conferma 110 condanne

Secondo grado nel procedimento con rito abbreviato sulle cosche 'ndranghetiste in Lombardia: confermate le pene inflitte nel 2011, leggermente ridotte. La più alta è quella di 15 anni e 3 mesi per Alessandro Manno, capo della 'locale' di Pioltello.

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MILANO - I giudici della Corte d'Appello di Milano hanno confermato le 110 condanne inflitte nel novembre 2011 in primo grado nel maxiprocesso con rito abbreviato sulle cosche della 'ndrangheta in Lombardia. Lievemente ridotte le pene per circa quaranta imputati. La più alta è quella di 15 anni e 3 mesi ad Alessandro Manno, capo della 'locale', del sistema di 'ndrine che faceva capo a Pioltello, nel Milanese. Il processo prese avvio dall'operazione 'Infinito', che aveva smantellato le cosche calabresi in Lombardia.

LE PENE RIDOTTE. Fra quelli a cui è stata ridotta la pena c'è Cosimo Barranca, ritenuto il capo delle cosche di Milano, condannato a due anni in meno rispetto ai 14 inflitti in primo grado. Ridimensionata anche la pena per il capo della 'locale' di Bollate, Vincenzo Mandalari, condannato a 12 anni e 8 mesi (erano 14 anni in primo grado) e Pasquale Zappia, il presunto capo dei capi della 'ndrangheta in Lombardia, eletto nel famigerato summit tenuto a Paderno Dugnano (Milano) nel 2009 nel centro "Falcone-Borsellino", condannato a 9 anni (12 anni in primo grado). Confermata, invece, la pena (sospesa) a 1 anno e 4 mesi per turbativa d'asta per l'ex sindaco di Borgarello Giovanni Valdes.

DALLE GABBIE APPLAUSI SARCASTICI ALLA SENTENZA. Il presidente della prima sezione della Corte d'Appello di Milano, Rosa Polizi, ha letto il dispositivo della sentenza nell'aula bunker di via Ucelli di Nemi al termine di una camera di consiglio durata 9 ore. Presenti quasi tutti gli imputati, che hanno ascoltato la sentenza dalle gabbie ai lati dell'aula e alla fine hanno applaudito, in maniera ironica, le decisioni dei giudici.

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