sabato 27 aprile 2013

Letta al Quirinale, alle 15 da Napolitano

Poco prima Silvio Berlusconi si era detto fiducioso che Letta avrebbe giurato oggi dopo due ore di incontro con il premier incaricato. Poi ha aggiunto: non sarò ministro. Alfano: nessun veto su D'Alema. Bersani: governo non a tutti i costi.

Letta al Quirinale,
alle 15 da NapolitanoEnrico Letta
ROMA - Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, riceverà al Quirinale il presidente del Consiglio incaricato, on. Enrico Letta, alle ore 15. Lo rende noto il Quirinale. Poco prima Silvio Berlusconi aveva detto di essere fiducioso che il governo si farà. Il leader del Pdl, che ha detto che non sarà ministro, ha risposto rientrando a Palazzo Grazioli dopo aver visto Enrico Letta. "Penso che Letta giuri oggi", ha detto poi. Poco prima il presidente del Consiglio incaricato aveva visto Bersani e secondo indiscrezioni, gquesti li avrebbe detto di far presente al Pdl l'orientamento del Pd: il governo deve nascere, "ma non a tutti i costi. Il secondo incontro, quello con il cavaliere accompagnato dal segretario Pdl Alfano e da Gianni Letta, è stato molto lungo. Poco prima di entrare a Montecitorio Alfano aveva detto: "Dal Popolo della libertà nessun veto a Massimo D'Alema perchè non è nostra abitudine ingerire in casa altrui. Non si utilizzi il Pdl come pretesto".  Il premier incaricato ha incontrato poi il coordinatore di Scelta Civica Andrea Olivero, il segretario dell'Udc Lorenzo Cesa, il capogruppo al Senato Mario Mauro, il capogruppo a Montecitorio Lorenzo Dellai.

LA RISERVA. Enrico Letta vorrebbe sciogliere, quindi, entro oggi la riserva sull'incarico di formare il nuovo governo ricevuto dal capo dello Stato, Giorgio Napolitano. A quanto si apprende, questa soluzione sarebbe considerata "preferibile" dal premier incaricato. Ma la procedura richiede comunque qualche ora e per questo motivo è probabile che se la riserva verrà sciolta nel pomeriggio (Letta potrebbe salire al Quirinale entro le 16 o le 17) il giuramento sia fissato per domani mattina. Secondo le regole che il Quirinale applica in questi casi solo una accelerazione improvvisa, che portasse Letta al Colle addirittura prima di pranzo (e che per ora non è ipotizzata da nessuna fonte ufficiale), potrebbe consentire all'eventuale nuovo governo di giurare in serata. Ci sono, infatti, alcune incombenze pratiche come la verifica dei diritti politici dei ministri designati, gli inviti alle autorità, che richiedono una minima preparazione della durata di qualche ora. Ieri il premier incaricato è salito al Colle da Napolitano per un colloquio durato circa due ore. Subito dopo si è recato a Palazzo Chigi dove ha incontrato il premier uscente Mario Monti. Con il leader di Scelta Civica si è parlato di "programma di governo e architettura del Governo", in vista del passaggio di consegne, come riferisce lo staff del presidente incaricato. Silvio Berlusconi - rientrato da Dallas - ha riunito i vertici del partito a Palazzo Grazioli e ha aperto alla nascita del nuovo governo. Durante una telefonata con Letta il cavaliere avrebbe dato il suo assenso a un cambio generazionale all'interno delle fila del governo. In serata, invece, Letta ha avuto un colloquio con il segretario del Pdl, Angelino Alfano, a Montecitorio.

IL PROGRAMMA. Sono tre i temi al centro del programma illustrato dal premier incaricato ai partiti: l'emergenza economico sociale e le misure per far ripartire l'economia; la riforme politiche; una nuova linea di politica europea indirizzata verso la crescita e una maggiore unione tra i paesi. L'incontro piu' lungo e' stato quello con il Pdl. "Due ore in cui non e' mancato lo spirito costruttivo", ha precisato Letta. Due i nodi principali con il partito di via dell'Umilta': la questione dell'Imu e la composizione della compagine governativa. "Abbiamo riscontrato uno spirito costruttivo da parte del presidente del Consiglio incaricato e quindi siamo soddisfatti di come questo incontro si e' svolto", ha detto il segretario Pdl Angelino Alfano che ha aggiunto: "Abbiamo trovato delle aperture, dei passi avanti sono stati compiuti. E' evidente che ci sono alcuni nodi da sciogliere. Senza la soluzione all'Imu e' come immaginare la partecipazione al governo di una grande forza politica senza mantenere i rapporti di fiducia col proprio elettorato".

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